Con resilienza di famiglia si indica la capacità di un nucleo familiare di superare un momento di difficoltà utilizzando risorse interne alla famiglia stessa, uscendone rafforzati e più consapevoli delle proprie potenzialità.
Quando, infatti, ci si scontra con un problema, le condizioni di disagio che ne scaturiscono non riguardano un singolo individuo ma l’intera famiglia.
Il tutto, se non affrontato adeguatamente, può provocare un profondo conflitto nelle relazioni, spesso in grado di mettere in crisi i rapporti in modo irreversibile.
Come nasce la resilienza
Non tutti i nuclei familiari sono in grado di rispondere in modo funzionale alle avversità che la vita pone sul loro cammino.
In alcuni casi, infatti, separazioni, lutti, perdita di lavoro e di punti di riferimento possono determinare una disgregazione della famiglia. In altri invece, questi avvenimenti sono un’occasione per cementare i rapporti, uscendone fortificati.
La resilienza si manifesta e si sviluppa proprio di fronte alle avversità della vita.
Essa non è una dote innata come si potrebbe pensare, ma si impara cercando di sfruttare le esperienze negative per rafforzarsi.
Naturalmente, questo concetto individuale deve estendersi al contesto familiare inteso come insieme di relazioni tra singoli ed influenze esterne.
Infatti, i vari componenti hanno un modo diverso di affrontare le situazioni ed il dolore. Ciò che conta è riuscire a trovare una resilienza parziale che riesca a conciliare gli atteggiamenti di ciascuno.
Dopo un trauma la famiglia non potrà mai più essere la stessa. Ciononostante essa intraprenderà una strada diversa da quella precedente, ritrovando il proprio equilibrio in una situazione in cui le condizioni sono inevitabilmente cambiate.
Per mantenere unita una famiglia è necessario, a volte, modificare il significato che si attribuisce ai valori che la sostengono (salute, successo, benessere, etc) trovando quelli che meglio si adattano alla propria identità.
Il concetto di famiglia può essere vario. In genere ad esso si associano sempre un forte legame affettivo ed un senso di appartenenza ad una stessa identità. A questi si unisce, poi, l’idea di casa, intesa come luogo dove si sviluppano le relazioni familiari.
Tutti questi elementi, nel loro insieme, si rivelano delle vere e proprie ancore di salvezza in caso di difficoltà, soprattutto se alla base dei rapporti si è dato sempre valore alla sincerità ed alla fiducia reciproca.
Come affrontare i momenti di crisi
Per promuovere la resilienza all’interno della famiglia è importante cercare di normalizzare e circoscrivere il disagio che si sta affrontando.
Il punto centrale è l’accettazione del trascorrere del tempo che, inevitabilmente comporta dei cambiamenti.
Infatti, se un membro della famiglia o tutto il nucleo familiare non dovesse accettare questa condizione, si andrebbe incontro ad una pericolosa paura dell’ignoto e del nuovo che avanza, impedendo così ogni nuova forma di progettazione futura.
Inoltre è fondamentale il modo in cui una famiglia decide di inquadrare ed affrontare le difficoltà che si presentano, valutando le strategie per superarle.
Se ci si fissa solo sui possibili fallimenti dando spazio a pensieri negativi, aumentano le possibilità che alla fine le azioni intraprese confermino queste previsioni, dando il via ad una possibile crisi.
Non bisogna commettere l’errore di minimizzare le risorse a disposizione, ingigantire la gravità del problema e dar spazio a pensieri catastrofici.
Piuttosto, per aumentare la resilienza familiare, è necessario aprirsi ad un atteggiamento positivo che contribuisca a non far perdere di vista le proprie potenzialità.
La perseveranza, rafforzata dal supporto di parenti ed amici, è un aspetto fondamentale per continuare a combattere così come il senso di appartenenza alla famiglia, strettamente legato alle credenze comuni sviluppate nel corso del tempo.
Infine, è bene sottolineare come alcuni studi abbiano dimostrato che la resilienza nei bambini è maggiore se essi hanno a disposizione una figura di riferimento solida in grado di incoraggiarli nelle scelte e nella quale essi possano identificarsi.
Dr. Roberto Prattichizzo
Psicologo Clinico – Psicoterapeuta
Dr. Simone Ferrazzo
Psicologo Clinico