L’autostima è una necessità umana fondamentale, si avvia e sviluppa attraverso le relazioni affettive e relazionali; più è solida la nostra autostima, meglio si è equipaggiati ad affrontare le difficoltà quotidiane. Più abbiamo avuto la possibilità di sentirci amati, avvalorati come persone più la nostra autostima risulta coesa ed integrata, più immune alle vulnerabilità della vita.
Essa si struttura dalle prime relazioni con le figure di riferimento, dalla percezione che le figure genitoriali hanno sulla nostra persona. “L’organizzazione dell’esperienza del bambino è preceduta dalle percezioni organizzate che le figure importanti hanno di lui, soprattutto la madre o comunque chi si prende cura della crescita del bambino amorevolmente e con spontaneità” (Winnicott, 1960).
Per definizione l’autostima è “la valutazione riferita a sé stessi” rappresenta la percezione del livello di adeguatezza e la possibilità di accettarsi, fa parte dunque del proprio concetto di sé (Gurney 1988). Equivale al proprio equilibrio narcisistico in termini di introiezione di principi, valori, talenti, mete e ambizioni congruenti con il nostro modo di essere e di appartenere. Ciò coincide con la congruenza di noi stessi.
L’autostima è strettamente legata al “valore di sè” in termini quindi di “equilibrio narcisistico”, che non significa ostentare il proprio esibizionismo con l’arroganza e la presunzione. Sentire il valore di sè significa essere a contatto con la propria emotività, esprimere e padroneggiare i compiti che servono a perseguire le finalità prefissate con l’impegno e il piacere vitale di raggiungere svariati obiettivi, arricchenti per la propria vita.
Al concetto di autostima sono connessi, sistemi motivazionali profondi quali il sistema di attaccamento e affiliazione connesso a sua volta con il sistema sistema motivazionale assertivo/esplorativo e le risposte soddisfacenti che provengono dall’interazione tra azione personale e contesto rispondente. Ciò può essere compromesso dalla dimensione affettiva/emotiva relazionale (Lichtenberg, 1970). L’autoefficacia, è perciò legata alla convinzione di essere in grado di agire in modo tale da influenzare gli eventi che incidono sulla nostra vita. Corrisponde all’insieme dei giudizi sulla propria capacità di affrontare le richieste e sulla propria capacità di mettere in atto con successo il comportamento necessario per ottenere i risultati desiderati.
L’autoefficacia è quindi la capacità di esprimere giudizi impliciti sulle proprie qualità psicofisiche e la propria efficienza in termini di risultati concreti (Bandura 1977). In modo specifico riguarda, chi e cosa, consciamente ed inconsciamente crediamo di essere, includendo i tratti fisici, psicologici e comportamentali ma anche la capacità di attivare azioni che permettono di raggiungere dei risultati soddisfacenti in termini di autoefficacia, che inevitabilmente rafforzano la visione di sé. Ciò è possibile se la nostra vita emotiva non è fortemente turbata. Autostima e autoefficacia sono dimensioni che si sviluppano e si evolvono nel tempo e che è possibile modificare, accrescere e consolidare, in primo luogo attraverso l’acquisizione di una profonda consapevolezza di sè, attraverso l’attivazione di processi di pensiero e processi emotivi profondi.
La comprensione delle proprie risorse, ma anche dei propri limiti implicano una maggiore conoscenza della propria persona, che permetteno poi l’attuazione di obiettivi in termini di azioni creative e costruttive per il Sè. La conoscenza di sè si amplia anche in termini di ideali, valori guida, scoperta delle proprie ambizioni e del proprio talento in una prospettiva evolutiva che migliora il proprio valore. Ciò implica profonda elaborazione delle dinamiche affettive che a volte costituiscono delle vere e proprie fortezze costrittive (principi organizzatori inconsci della nostra esperienza che pilotano la nostra vita conscia) e gradualmente impariamo a conoscerci e ad esprimere con assertività il nostro essere. Tutto ciò coincide con il nostro equilibrio narcisistico e un consolidato e positivo valore di sè, in quanto amabili in primis per noi stessi; ma la comprensione di ciò fa parte del nostro processo di crescita.
Autore: Marialba Albisinni
Fonte: psicoterapia e consulenza
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