Una famiglia infelice è il punto di partenza delle difficoltà comportamentali di un bambino durante i primi anni di scuola, ma non tutte le famiglie sono infelici allo stesso modo. Uno studio pubblicato sulla rivista Child Development sembra aver identificato due tipologie di famiglie in cui i bambini hanno più probabilità di crescere con problemi comportamentali, visibili già dai primi anni della scuola.
“Le famiglie possono essere un supporto e una risorsa per i bambini quando fanno il loro ingresso a scuola, oppure essere una sorgente di stress, distrazione e rabbia”, ha affermato l’autrice della ricerca Melissa Sturge-Apple, docente di psicologia presso la University of Rochester che, dopo aver analizzato le dinamiche comportamentali di 234 famiglie per un periodo di tre anni ha identificato tre modelli familiari principali.
Le famiglie felici, spiega la psicologa, sono caratterizzate da interazioni armoniose e un forte calore emozionale che lega i genitori ai figli. I bambini che crescono in questi contesti tendono a non avere problemi comportamentali anche se, sottolineano gli autori dello studio, non tutte le difficoltà hanno origine dalla famiglia. Le famiglie infelici, al contrario, rispondono a due diversi modelli: la famiglia “disunita” caratterizzata da un generale distacco emozionale tra tutti i componenti e da una freddezza totale nei rapporti, e la famiglia “ostile” in cui è presente un certo legame tra i membri ma prevale l’ostilità e il senso di frustrazione.
I bambini che crescono in famiglie “disunite” hanno la tendenza a mostrare aggressività e comportamenti violenti durante i primi anni di scuola, mentre gli appartenenti alle famiglie “ostili” non mostrano particolari problemi di integrità all’inizio, spiegano i ricercatori. Entrambi i gruppi di bambini, tuttavia, sembrano mostrare livelli più elevati di ansia e solitudine in ambiente scolastico con l’avanzare dell’età, mettendo in evidenza una unicità del comportamento che risulta sempre più evidente con l’adolescenza.
Fonte: Opsonline
Autore: Stefano Massarelli
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