“Anche le famiglie tradizionali e unite, se i genitori sono infelici e in conflitto permanente fra loro, possono creare problemi enormi ai figli”. Lo sottolinea Anna Oliverio Ferraris, ordinario di Psicologia dello sviluppo all’Università Sapienza di Roma, dopo che Papa Benedetto XVI ha denunciato un ‘assedio’ alla famiglia basata sul matrimonio tra uomo e donna, sostenendo che divorzio, convivenza e famiglie allargate rovinano la vita di molti bambini, spesso “privati dell’appoggio dei genitori, vittime del malessere e dell’abbandono, e che si sentono orfani non perché figli senza genitori, ma perché figli che ne hanno troppi”.
“Una famiglia unita ma fortemente conflittuale è altrettanto lesiva per i figli. Due genitori che non si separano, ma portano avanti per anni una convivenza rabbiosa – dice la psicologa – possono fare danni notevoli a bambini che vivono e crescono in un clima simile”. E se oggi alla famiglia ‘tradizionale’ si è affiancata quella ‘allargata’, popolata da ex coniugi e fratellastri, anche “in passato esistevano varie tipologie di famiglie: uno dei due genitori moriva e ci si risposava, acquisendo matrigne o patrigni, fratellastri o sorellastre. Oppure si viveva in casa con nonni, zii e cugini”.
Inoltre “le persone non si separano per capriccio, ma spesso per ragioni forti, soprattutto se ci sono dei bambini. Insomma, ogni tipologia di famiglia ha pregi e limiti – sostiene la psicologa, autrice fra l’altro di due libri sul tema: ‘Dai figli non si divorzia. Separarsi e rimanere buoni genitori’ e ‘Il terzo genitore. Vivere con i figli dell’altro’ – L’importante è mantenere un clima di equilibrio e serenità”. E se il timore è che troppi adulti possano confondere i bimbi, l’esperta sottolinea che “non tutti nella famiglia allargata devono necessariamente svolgere un ruolo da genitore. Anzi, il partner della mamma può essere una sorta di ‘zio’ acquisito, che non deve pretendere di ‘rubare’ il ruolo del genitore che vive fuori dalla famiglia, ma comportarsi in modo adulto e rispettoso”. Evitando situazioni in cui si creino, ad esempio, “‘genitori della domenica’ cui si richiede solo di giocare con i figli”.
“Vivere conflitti permanenti – prosegue la Oliverio Ferraris – crea più danni di una separazione che si svolge in un clima sereno: i bambini possono adattarsi a questo cambiamento, mentre faticano se c’è competizione tra gli adulti”. La famiglia tradizionale e unita è un bene, “ma non c’è sempre. E anche le alternative hanno pregi e limiti”, conclude.
Fonte: http://www.adnkronos.com/IGN/Altro/?id=3.0.3960779788
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