Giovanni che si chiude nella sua stanza. Martina che si abbuffa fino a stare male. Sara che si taglia. Chiara che vorrebbe sparire. Ragazzi di 16 anni, ritratto di una generazione in crisi. E a dirlo non è il solito luogo comune, trito e ritrito, sul disagio giovanile, ma una ricerca dell’Organizzazione mondiale della sanità, dal titolo Health for the world’s adolescents, condotta in 109 Paesi. L’allarme giunge forte e chiaro: la depressione è la prima causa di malattia e disabilità nella fascia d’età compresa tra i 10 e i 19 anni, seguita, al secondo posto, dagli incidenti stradali. Le più colpite dal male oscuro sono le ragazze, che manifestano più facilmente disturbi dell’umore rispetto ai coetanei maschi. Ma non è tutto. Il suicidio, spesso esito estremo di una condizione di grave depressione, è la terza causa di morte tra gli adolescenti, preceduta solo da incidenti e Hiv. A focalizzare la situazione italiana, alla luce del rapporto mondiale, è Carlo Altamura, direttore del dipartimento di Salute mentale della Fondazione Ca’ Granda Policlinico di Milano: «Negli ultimi anni si è in effetti registrato un incremento di richieste di supporto per disturbi depressivi e di ansia, a volte accompagnati da abuso di alcol e droghe, nei giovani al di sotto dei 20 anni», conferma il clinico. «Non un disagio vago e aspecifico, ma un malessere definito». Che progressivamente si aggrava perché «i giovani e le loro difficoltà non vengono considerati», denuncia Jane Ferguson, scienziata del dipartimento per la Salute materna, del neonato, del bambino, dell’adolescente e primo autore del report.
I segnali d’allarme
Se l’84% dei Paesi analizzati rivolge infatti attenzione al benessere dei teenager, solo uno su quattro si occupa di salute mentale. Capita anche che i sintomi del disagio vengano trascurati perché non riconosciuti. Tra i campanelli d’allarme da non sottovalutare, aggressività e conflittualità sia nei confronti degli adulti che con i pari, ma anche un difficile rapporto con l’alimentazione, che oscilla tra abbuffate e diete restrittive. A volte spia di una condizione psicologica difficile possono essere le manifestazioni somatiche: un mal di testa che non passa con i farmaci, un dolore alla pancia inspiegabile. La depressione può essere slatentizzata da un episodio scatenante (trigger), come ad esempio la separazione dei genitori, una bocciatura scolastica, una critica su facebook. Ma sarebbe sbagliato confondere questi eventi con le cause profonde del malessere, «sempre inserito in un quadro di vulnerabilità e fragilità, che rende gli ostacoli insormontabili e scatena l’angoscia», precisa Altamura. Come agire, dunque? Secondo il report, è urgente rinforzare le strategie volte al miglioramento della salute degli adolescenti. Solo assistenza e cure mirate possono evitare decessi prematuri e lunghe sofferenze. La sfida dei prossimi anni è dunque quella di impedire che ignoranza e indifferenza rendano ineluttabile il destino di tanti giovani. Ora l’sos è stato lanciato a gran voce. Per evitare, tra le pieghe silenziose del quotidiano, cronache di altre morti annunciate.
Fonte: Corriere della Sera
Autore: Paola Arosio
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