E’ di pochi giorni fa la notizia del suicidio di una ragazzina di soli 14 anni a Novara. Dietro la vicenda molte voci e, forse, ancora poche certezze. La magistratura sta indagando sul caso, ma da quello che trapela e da quello che i ragazzini, suoi coetanei mormorano, sui media e davanti alle scuole, ci sarebbe lo spettro del bullismo e ancor più del cyberbullismo.
Ma cos’è il cyberbullismo?
Vediamolo insieme: “Il cyberbullismo o ciberbullismo (ossia “bullismo” online) è il termine che indica atti di bullismo e di molestia effettuati tramite mezzi elettronici come l’e-mail, la messaggistica istantanea, i blog, i telefoni cellulari, i cercapersone e/o i siti web”. (Definizione tratta da Wikipedia)
Nella definizione si parla di atti di bullismo, che però vengono perpetrati attraverso mezzi elettronici. Questo sicuramente permette al o ai bulli di agire indisturbati e una rapida diffusione delle calunnie e dei pettegolezzi anche ad una cerchia di persone piuttosto ampia. Ciò significa che è anche molto più difficile fermare una maldicenza, proprio per il numero di persone coinvolte e questo, inevitabilmente, ci fa riflettere sulla vittima e sui drammatici risvolti che può provocare si di essa.
Differenze bullismo e cyberbullismo
Le caratteristiche, che lo differenziano dal bullismo, si possono riassumere nel seguente modo:
-Anonimato del molestatore: in realtà, questo anonimato è illusorio: ogni comunicazione elettronica lascia delle tracce. Però per la vittima è difficile risalire da sola al molestatore.
-Difficile reperibilità: se il cyberbullismo avviene via SMS, messaggeria istantanea o mail, o in un forum online privato, ad esempio, è più difficile reperirlo e rimediarvi.
-Indebolimento delle remore etiche: le due caratteristiche precedenti, abbinate con la possibilità di essere “un’altra persona” online (vedi i giochi di ruolo), possono indebolire le remore etiche: spesso la gente fa e dice online cose che non farebbe o direbbe nella vita reale.
-Assenza di limiti spazio-temporali: mentre il bullismo tradizionale avviene di solito in luoghi e momenti specifici (ad esempio in contesto scolastico), il cyberbullismo investe la vittima ogni volta che si collega al mezzo elettronico utilizzato dal cyberbullo.
Le tipologie di cyberbullismo
Nancy Willard, Direttore del centro americano per l’utilizzo sicuro e responsabile di Internet (Center for safe and responsible internet use), nel suo libro “Educator’s Guide to Cyberbullying” ha individuato differenti tipologie di cyberbullismo:
-Flaming: spedizione di messaggi online offensivi e volgari indirizzati ad un singolo o ad un gruppo di persone. Il caso tipico è rappresentato da insulti verbali all’interno di forum di discussione on-line.
-Molestie (Harassment): spedizione ripetuta e ossessiva di messaggi insultanti mirati a ferire qualcuno.
-Denigrazione (Put-downs): spedizione di mail, sms, post su blog a diversi soggetti con lo scopo di danneggiare gratuitamente la reputazione di un singolo.
-Sostituzione di persona (Masquerade): farsi passare per un’altra persona per spedire messaggi o per pubblicare contenuti volgari e reprensibili.
-Rivelazioni (Exposure): rendere pubbliche informazioni riguardanti la vita privata e intima di una persona.
-Inganno (Trickery): ottenere la fiducia di qualcuno con l’inganno per ottenere confidenze, racconti privati, spesso imbarazzanti, al fine di renderli pubblici o condividerli con un gruppo di persone.
-Esclusione (Exclusion): esclusione intenzionale di un soggetto da un gruppo online (“lista di amici”), da una chat, da un game interattivo o da altri ambienti protetti da password.
-Cyber-persecuzione(cyberstalking): molestie e denigrazioni ripetute e minacciose mirate a incutere paura che spesso sfocia in vero e proprio terrore per la propria incolumità fisica.
-Cyberbashing o happy slapping: comportamento criminale che ha inizio nella vita reale (un individuo un gruppo di individui molestano fisicamente un soggetto mentre altri riprendono l’aggressione con il videotelefonino) e che poi continua, con caratteristiche diverse, on line: le immagini, pubblicate su internet e visualizzate da utenti ai quali la rete offre, pur non avendo direttamente partecipato al fatto, occasione di condivisione, possono essere, commentate e votate. Il video ‘preferito’ o ritenuto il più ‘divertente’ viene, addirittura, consigliato.
Autore: Davide Algeri
Fonte: Psicologia Pratica
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