Nella società degli smartphone e dei social network essere veramente amici è sempre più difficile. Contrariamente a quanto suggerisca la folla di “amicizie” stoccate sui profili facebook della gran parte degli utenti, la relazione d’amicizia autentica rimane una rarità in un universo rarefatto, eppure avviluppante, di imitazioni dell’amicizia e di cianfrusaglie emotive: foto, trilli, squilli, likes, video, aforismi, messaggini, whatsApp.
Con l’avvento del nuovo secolo, lo sviluppo economico e tecnologico hanno implicato più che mai la trasformazione delle strutture sociali e delle relazioni umane in tutte le loro manifestazioni. Alcuni esempi molto studiati e analizzati di questo profondo e continuo mutamento sono la coppia e la famiglia, sistemi in divenire,oramai ben lontani dalle forme cristallizzate e univoche che li rappresentavano nel passato. Nella società 2.0, la società dei nativi digitali, ci sono altri sistemi affettivi fondamentali soggetti a un inevitabile cambiamento e coinvolti nello sviluppo della personalità e nel mantenimento di un equilibrio psico-affettivo: gli amici.
Amici e amici 2.0. Forse i confini tra amicizia, conoscenza o semplice frequentazione stanno sfumando l’uno nell’altro in una confusione che servirebbe a “fare rete” e che, invece, sembra produrre isolamento, svuota le parole del loro significato e i valori della loro importanza.
Gestire attraverso il proprio avatar un numero potenzialmente infinito di “amici”potrebbe indurre, per contrappasso, una terribile sensazione di solitudine negli adolescenti che, a differenza degli adulti di una o due generazioni fa, sanno meglio distinguere –almeno a grandi linee- tra un’amicizia faccia a faccia e un #hashtag.
Sarebbe superficiale, però, affermare che le amicizie che utilizzano anche internet per comunicare siano “meno vere”, infatti chi ha dimestichezza con i social network sa quanto possano effettivamente facilitare l’interazione e lo sviluppo di relazioni affettive reali.
Le differenze più significative tra l’amicizia e i suoi surrogati sono almeno tre:
1- la continuità delle comunicazione off-line;
2- il rispetto reciproco per le informazioni private;
3- l’impegno concreto.
E’ facile comprendere che un rapporto costantemente ed esclusivamente mediato dal web è, anche per i nativi digitali, solo una conoscenza, o al massimo l’occasione per scambiare qualche battuta al solo scopo di rafforzare l’autostima aggiungendo un nuovo profilo nella bacheca di facebook.
Allo stesso modo, la continua condivisione di contenuti impersonali, che segna il tentativo di costruire un rapporto dove tutto è pubblico, rivela un rapporto mancante di aree di intimità e di confidenza e depersonalizza la relazione d’amicizia. Infatti, in mancanza del contatto faccia a faccia, anche la più sincera delle amicizie si derubrica velocemente allo status di conoscenza.
Ciò che, anche fuori da Internet e anche se non si è nativi digitali, distingue nettamente l’amicizia autentica dalle pseudo-amicizie è l’impegno che i protagonisti del rapporto investono l’uno sull’altro. In amicizia, impegno vuol dire dimostrare supporto emotivo, tutelare e difendere l’amico da possibili minacce esterne, valorizzare i suoi pregi e dedicargli con frequenza piccole attenzioni.
Il rischio dell’amicizia 2.0 è che implica l’abitudine al pochissimo impegno e, quindi, può facilmente ridursi a una mera conoscenza travestita da amicizia: le comunicazioni via web e smartphone sono gratis in ogni senso e lo stile dominante degli scambi è quello della frase breve, del contenuto di seconda mano, della foto taggata. Tutte cose che non richiedono particolare concentrazione e che, essendo per lo più “copiaincollate” da Internet tradiscono il basso investimento nella relazione.
Insomma, per alcuni nativi digitali (e non solo), la nutrita schiera di “amici” sui social potrebbe trasformarsi in un passatempo, in un gioco di ruolo in cui si è formalmente amici in modo disimpegnato e scadente. Pena il sentirsi a tratti alienati e soli, utilizzati dagli altri come fossimo app precaricate su uno smartphone. Amici 2.0.
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