Una relazione può essere, o divenire, tossica senza che i protagonisti se ne rendano conto e, quando uno o entrambi realizzano il problema, può essere doloroso cercare di superare la difficoltà.
Cerchiamo di capire in cosa consiste una relazione tossica.
Invasione dello spazio altrui
Il primo sintomo è l’invasione dello spazio altrui.
Se, infatti, è normale condividere molto tempo con la persona amata, non lo è altrettanto l’eccesso.
Ognuno dei partner deve mantenere spazi e tempi personali, in cui coltivare i propri specifici interessi e frequentare, magari, amici e conoscenti individualmente.
L’autonomia è un bene prezioso, di cui ci impossessiamo nell’infanzia, con fatica, e che dobbiamo difendere strenuamente per tutta la vita, riconoscendo, ovviamente, anche quella altrui.
Asimmetria
Un altro segnale di allarme è la perdita di simmetricità.
Ciò significa che in una coppia funzionale ognuno dei due membri deve avere pari dignità.
Non insorgono situazioni in cui uno prende il sopravvento e lo mantiene stabilmente.
La perdita di dignità e il riconoscimento di una presunta superiorità dell’altro, infatti, impedisce lo sviluppo personale e può sfociare in rapporti manipolativi, di sfruttamento e violenti.
Il primo segnale di asimmetria è il bisogno di approvazione e l’incapacità, da parte di uno dei due, di prendere decisioni di qualsiasi entità senza avere l’approvazione dell’altro.
Questo è un campanello di allarme importante, che non deve essere lasciato suonare invano.
È fondamentale saper riconoscere tra amore e bisogno di dominio, tra condivisione e cieca gelosia.
Tentativo di recuperare lo spazio personale
Spesso, quando il partner controllato si rende conto della situazione, inizia a reagire cercando di riconquistare l’indipendenza perduta.
Questo tentativo può provocare reazioni anche violente da parte dell’altro, che può millantare la mancanza di amore e disponibilità di chi, semplicemente, non vuole lasciarsi andare alla deriva.
Il rapporto affettivo è estremamente coinvolgente e rende difficile la lettura e il riconoscimento dei sintomi di tossicità che possono manifestarsi in una coppia.
Il riconoscimento del problema può comportare nella parte attaccata reazioni di paura e spaesamento, anche perché la parte attaccante verosimilmente rifiuterà il problema, trincerandosi dietro un amore male interpretato e travisato.
Bisogna riconoscere che tali modalità relazionali nascono da vissuti difficili e che c’è bisogno del giusto tempo e del giusto luogo per elaborarle.
Rifiutarsi di affrontare il problema
Questo è l’ultimo, fondamentale, campanello di allarme.
Il rifiuto di affrontare il problema difficilmente è reversibile.
Un atteggiamento di dominio e controllo può essere analizzato, grazie all’aiuto di un professionista, che lo svisceri a livello personale e di coppia.
È importante, in questa fase, non farsi cogliere dalla paura della solitudine e dalla sensazione di vuoto che lo scioglimento della relazione può indurre.
Il rischio è quello di protrarre un rapporto che non ha le basi per stare in piedi.
Occorre a questo punto, da parte di chi si accorge di essere entrato in un rapporto di inferiorità, un salto di dignità e amore per se stesso.
Uscire da una storia tossica è possibile, ma è un percorso duro, che richiede capacità di porsi in discussione e mettersi in gioco in nome di quell’amore sbandierato ma non sempre sincero.
Dr. Roberto Prattichizzo
Psicologo Clinico – Psicoterapeuta