Succede spesso che la propria vita sembri caratterizzata da troppi errori, occasioni perdute, rimpianti e rimorsi.
Tale consapevolezza, se lasciata lì, può essere la causa di una profonda infelicità.
Se da un lato è assolutamente normale avere dei dubbi sulle modalità con cui si affrontano le situazioni di ogni giorno, dall’altro non bisogna lasciarsi prendere dallo sconforto.
Cambiare è sempre possibile, prendendo in mano le redini della propria esistenza.
Come nascono i conflitti
I conflitti nascono generalmente tutte le volte che si sperimenta un fallimento, ovvero quando si cerca di raggiungere un obiettivo e non ci si riesce.
Dopo questa presa di coscienza può subentrare il vittimismo, stato d’animo che numerose volte blocca qualsiasi reazione costruttiva.
Tale atteggiamento, verosimilmente, non aiuta a comprendere l’enorme potenzialità che si possiede e che rappresenta l’arma migliore per superare i conflitti.
Reagendo allo sconforto e passando all’azione, qualsiasi obiettivo può essere raggiunto o quantomeno apparire in una luce differente.
È assolutamente necessario affrontare la vita in prima persona e non da spettatori distaccati da ogni realtà oggettiva.
È chiaro che questa seconda possibilità appare essere la strada più facile da percorrere, ma non portando ad alcun risultato, alla fine non fa che peggiorare il proprio atteggiamento autolesionistico.
Come cambiare la propria vita
Il presupposto fondamentale per migliorare la propria esistenza è rappresentato dall’azione.
Qualsiasi cambiamento presuppone un intervento personale finalizzato ad una meta.
Bisogna quindi acquisire la consapevolezza che la componente “destino” ha un’importanza molto limitata.
Infatti, i fattori esterni, pur interagendo continuamente con quelli personali, possono essere affrontati in maniera produttiva e non con un fatalismo controproducente.
Per nostra natura tendiamo a costruirci una realtà impostata su punti di riferimento ben precisi che funzionano quasi come ancore di salvezza a cui aggrapparsi per rimanere a galla.
Tale costruzione può dimostrarsi utile quando la vita si mostra appagante, ma diventa molto pericolosa se è necessario imprimere una svolta all’esistenza.
Per questo, bisogna acquisire una forma mentis basata sulla consapevolezza che il cambiamento nasce in primo luogo dal nostro approccio emotivo alla realtà.
Quali sono le tappe da percorrere
- La prima tappa è quella di analizzare profondamente se stessi per capire quali siano i mutamenti che si desidera compiere. Una consapevolezza matura e responsabile rappresenta un ottimo punto di partenza. Questa autoanalisi deve essere estremamente obiettiva: se subentra una visione distorta della realtà diventa quasi impossibile procedere.
- La seconda tappa è fare un bilancio della propria vita, considerandone realisticamente sia gli aspetti positivi che quelli negativi. Molto spesso accade che gli errori vengano ripetuti e pertanto la situazione rimane fossilizzata. Se così fosse, è indispensabile fare un passo indietro e ridefinire gli obiettivi che si intendono perseguire.
- La terza tappa è quella di superare la comprensibile paura dell’ignoto, spesso accompagnata da ansia ed incertezza. Per timore di uscire dalla propria consuetudine ci si lascia intrappolare in una prigione costruita da sé e dalla quale è molto difficile riuscire ad evadere. A volte bisogna buttarsi, con le dovute precauzioni, per prendere in mano le redini della propria vita.
Dr. Roberto Prattichizzo
Psicologo Clinico – Psicoterapeuta
Dr. Simone Ferrazzo
Psicologo Clinico