ROMA I bambini che mangiano molto pesce sono più bravi a scuola. Non si tratta di uno dei soliti tranelli usati dai genitori per rendere appetibili i piatti poco amati dai piccoli, bensì del risultato di una ricerca effettuata presso la Oxford University.
Gli studiosi hanno analizzato, in 500 bambini tra 7 e 9 anni che avevano problemi di concentrazione, i livelli di acidi grassi Omega 3 nel loro sangue, per capire se a differenti concentrazioni corrispondessero anche differenti rendimenti scolastici. I risultati, pubblicati sulla rivista scientifica online PLoS ONE, hanno stabilito che la presenza di Omega 3 nel sangue dei bimbi era modesta, il 2,45% rispetto al totale di acidi grassi.
Ma soprattutto hanno rilevato una relazione tra il profitto a scuola dei bambini e un indice, estremamente alto o basso, di Omega 3. Secondo i ricercatori è questo acido, da assumere con l’alimentazione ma anche con integratori, a supportare le capacità intellettive di bimbi.
Gli acidi grassi Omega 3 EPA (acido eicosapentaenoico) e DHA (acido docosaesaenoico) si assumono soprattutto grazie ai pesci più grassi come salmone, tonno, sgombro, aringhe, sardine e in generale il pesce azzurro, ma anche con noci, semi di lino, soia, olio di colza, cavolini di Bruxelles, cavoli, spinaci e insalata verde.
Oltre a migliorare l’attività di neuroni e sinapsi, favorendo quindi l’attenzione e le abilità cognitive, gli Omega 3 portano, se assunti con criterio al massimo due volte a settimana, vantaggi per la salute del cuore e longevità.
Fonte: il Messaggero
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